Giu 29 2010
Salve! sono CRISS e vorrei parlarle di AIDA
Vi ricordate del Salvismo Vespiano? No?!?
Allora vuol dire che il saluto “Salve!” non vi da molto fastidio oppure (peggio) che siete fra quanti lo usano abitualmente.
Io non lo sopporto.. lo trovo stonato, poco professionale, molto da saloon… mi urta i nervi!!
Sono un po’ fissato, lo ammetto!
Se vogliamo ottenere un risultato (qualsiasi) da un contatto fra persone a distanza dove gli interlocutori non si vedono e quindi non ricevono informazioni dal corpo, dai gesti e dalla mimica facciale, è fondamentale che la comunicazione non sia affidata al caso ma semmai pianificata quasi in ogni particolare.
Prima di ogni cosa è necessario partire col piede giusto. (Col Salve è un po’ come partire con le stampelle…)
Ero sicuro di aver letto qualcosa in proposito. Saltellando da un link all’altro ho ritrovato due vecchi amici: CRISS e AIDA!
Sono tecniche essenziali di comunicazione interpersonale che faremmo tutti bene a rispolverare di tanto in tanto:
CRISS
È l’acronimo di: cortesia, riconoscimento, identificazione, simpatia, sorriso.
1) Cortesia, innanzitutto: buongiorno o buonasera, niente di strano (meglio evitare le formule da saloon: «Salve», «Salute», «Come va?»).
2) Riconoscimento: «Sono il tale dell’azienda tale».
3) Identificazione. «Parlo con il signor tale?» È già un invito a rispondere «sì», e il primo sì mette entrambi i poli della comunicazione in buona disposizione, seppur inconsciamente. (L’equivalente, nella lettera, è la formula introduttiva che dice «nella sua qualità di ….», o «non credo di sbagliare se mi rivolgo a lei come uno dei più …»).
4) Simpatia. Dal greco syn = con, insieme, e pathos = sentimento. Citare un amico comune, o ricordare un’esperienza condivisa («ci siamo incontrati in occasione di …») può essere utile.
5) Sorriso. Usare un tono morbido, non duro, non impersonale, chiamare l’interlocutore per nome, evitare i «Dunque, mi ascolti bene…». Anche stando all’altro capo del telefono, fa molto bene sorridere. Il messaggio esce più fluido, e l’interlocutore lo percepisce.
Altra sigla: attenzione, interesse, desiderio, azione.
Più precisamente:
1) attirare l’attenzione: oltre alla tecnica del CRISS, è utile far parlare l’interlocutore di sé, valorizzare ciò che dice;
2) suscitare interesse: dirgli che può approfittare di qualcosa, presentargli il nostro prodotto-servizio sotto forma di vantaggi per lui, dimostrargli quali benefici trarrà dalla nostra offerta; usare argomenti a vendere, toni commerciali, dimostrativi;
3) far nascere desiderio: il suo desiderio di avere qualcosa che non ha, farlo sentire già in possesso del nostro prodotto e di poter godere già dei suoi benefici; oppure – ancora più efficace – evocare il desiderio di non perdere qualcosa che già ha;
4) spingere all’azione: creato l’accordo, ottenuto il consenso, bisogna sollecitare all’azione, fissando l’attenzione sulle modalità dell’accordo stesso, su come fare per approfittare dell’offerta, usando sempre una posizione positiva e molto chiara (da evitare i «non è che per caso…», «non vorrebbe mica…», etc.) e ricorrendo anche all’uso di parole chiave (occasione, opportunità, risparmio, offerta, guadagno, profitto, gratis, gratuito, soluzione, risolutivo, conveniente, etc.)
Questo e altro li trovate qui:
Consigli pratici per la comunicazione scritta nel lavoro
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