Gen 25 2009

Colist: un bel servizio di… [SPAM]

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In molti stiamo ricevendo mail con l’invito ad iscriversi ad un fantomantico portale delle aziende denominato colist.
La mail  è sempre più o meno uguale:  

Vogliamo chiederVi, se volete offrire dei prodotti/servizi ai nostri clienti. 

I clienti del portale delle aziende colist cercano urgentemente delle aziende e la Vostra azienda sarebbe una bella aggiunta per il portale.

Potete iscriverVi sotto: colist-prova
Per 30 giorni la presentazione della Vostra azienda è gratuita.


Editore e mittente della newsletter:  Promohouse Ltd. 307 Victoria House, Victoria, Mahe, Seychelles  


 Se non desiderate più ricevere le newsletter cliccate sul link seguente, per favore: Cancellatemi  

magari con qualche variante

L’elenco delle aziende colist è un consentito doping per la Vostra azienda.

Con 17 lingue, servizio traduzioni online e piccole inserzioni gratuiti, colist è il portale per aziende, che tendono verso l’alto.

Potete iscriverVi sotto: colist-prova
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Se volete perdere 2 minuti, andate sul sito http://www.colist.eu e non avrete alcun dubbio sulla ‘bontà’ del servizio offerto (che vuol dire Ricerca lemma o ancora Elenco die rami ??)
E’ puro spam, non perdeteci tempo!!

Ovviamente non mi sono mai iscritto alla newsletter indicata (e se lo avessi fatto non sarei mai stato così coglione da farlo utilizzanod 5/6 account diversi), ovviamente è inutile perdere tempo cercando di cancellarsi…. 

Non so voi ma io ne ho le @@ piene!!

Cosa fare allora? Poco o nulla visto che la società è tedesca ma dichiara di avere sede alle Seychelles mentre il server è a Panama….

Possiamo però per indicare le mail come Posta Indesiderata e bloccare l’intero dominio (recruitmentfactorship.com e già che ci siete bloccate anche ptyhost.comHostingPanama.com)…

Se poi volete fare le cose per bene, perdete 1 secondo del vostro tempo e segnalate lo SPAM nel newsgroup news.admin.net-abuse.e-mail 

In più lo facciamo e prima questo spam finirà in black list e sparirà dalla circolazione!!

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Lug 27 2008

DreamHost l’ho scelto per i miei domini perchè…

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Da qualche giorno sto spostando alcuni dei miei domini ‘ludici’ su un nuovo server.
Cercavo un servizio di hosting che fosse economico, funzionale, semplice da usare, con un buon pannello di controllo, con tanto spazio, senza particolari limitazioni di traffico, che gestisse un numero illimitato di domini, che avesse la possibilità di avere IP unici o condivisi, che gestisse MySql etc etc.
Qualcosa che mi permettesse di gestire i domini in tempo reale e senza spendere centinaia di euro.

Ho trovato tutto questo (e molto altro) in DreamHost. Con meno di 70 dollari all’anno (45 euro scarsi) mi danno:

  • 500 GigaByte di spazio web + una crescita di 2GB aggiuntivi per ogni settimana (sono davvero tanti!);
  • 5 TeraByte di traffico mensili + una crescita di 40 giga aggiuntivi per ogni settimana;
  • Registrazione di infiniti sottodomini e acquisto di nuovi domini per soli 9 dollari l’anno;
  • Illimitati indirizzi di posta, ftp, database Mysql (compresi nei 500 giga);
  • Completa gestione dei Dns;
  • Ftp anonimo;
  • Accesso completo via shell;
  • Disponibilità di Cronjob;
  • Streaming video in flash;
  • server jabber per la chat;
  • Backup automatico giornaliere sempre disponibile on-line
  • “One click install” per diversi applicativi (wordpress, zencart, joomla, phpbb, mediawiki, drupal etc);

I primi due punti sono spettacolari. In sostanza il tuo piano hosting cresce con il tuo web!
L’ultimo punto è stato una sorpresa e credo sia un servizio molto interessante per chi vuole iniziare una avventura on-line con un blog, con un e-commerce o con un sito web.

Curiosando nel pannello di controllo ho scoperto anche che DreamHost ha un programma di affiliazione molto flessibile e personalizzabile che mi permette di decidere cosa regalare a chi si registra come mio ‘amico’.

Pensando a quanti vogliono avventurarsi on-line e ricordandomi molto bene le paure, i dubbi, l’ansia delle prime registrazioni ho deciso di creare un codice promozionale e di chiamarlo EASYBLOG.
Utilizzando il codice promozionale EASYBLOG in fase di registrazione, si ha diritto ad uno sconto di 50 dollari e la registrazione gratuita di un dominio.

DreamHost è leggermente più lento rispetto ad un hoster Italiano, il pannello di controllo è solo in Inglese e non è possibile registrare dei domini .it direttamente (problema facilmente risolvibile con i DNS) ma la differenza di costi e la quantità di servizi offerti compensa abbondantemente questi ‘disagi’.

Ho provato anche a trasferire un dominio ‘professionale’: eJoy.biz il sito dei Gioielli in Pietre Dure e Semipreziose adesso gira su DreamHost!

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Lug 17 2008

wikipedia è credibile ed affidabile? dipende dal marketing!

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Qualche giorno fa ho scritto sulla credibilità dei blog. Stamattina leggo un interessante post che mette in dubbio l’affidabilità di Wikipedia .
In Wikipedia gli utenti collaborano democraticamente per la creazione di contenuti portando la loro esperienza, onestà, preparazione e istruzione.  Chiunque può partecipare al progetto e chiunque può modificare un contenuto. E’ solo richiesto di rispettare le linee guida e la wikiquette.
Secondo Paul Murphy (uno pseudonimo)  l’allargamento dell’utenza porta inevitabilmente al degrado della qualità delle informazioni.

Ad esempio porta poi il caso “riscaldamento globale e Al Goore“dove negli ultimi giorni si sono verificati problemi sulle voci. Alcunisotto-gruppi della  comunità Wiki si sarebbero ‘appropriati’ di alcune tematiche specifiche e starebbero ora utilizzando Wikipedia come strumento di marketing per i loro punti di vista.
Le informazioni non sarebbero quindi obiettive.

Mi capita di utilizzare Wikipedia per ricerche veloci ma fino ad oggi non avevo mai prestato particolare attenzione a questo aspetto.

L’argomento è in discussione da tempo (basta fare una ricerca su google) ma sembra confermare che quando c’è troppa gente che parla non si sentono più le parole ma solo caos.

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Lug 15 2008

l’assenza del dubbio e l’autorevolezza dei blog

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La crisi del congiuntivo ha un’origine chiara: pochi oggi pensano, credono e ritengono, tutti sanno e affermano. L’assenza di dubbio è una caratteristica della nuova società italiana. Chi esprime cautela e usa il congiuntivo rischia di passare per insicuro.
Beppe Severgnini, giornalista
Bla Bla Bla BlaQuesto è un aspetto molto evidente nei blog e nei forum e credo non mancherà nel tempo di diventare ‘il problema’ della comunicazione libera.  Quando c’è troppa gente che parla non si sentono più le parole ma solo caos.
Per i blogger saranno sempre più rilevanti i concetti di etica, credibilità e autorevolezza, unici strumenti per far emergere le proprie parole.

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Mag 20 2008

Webchising: come ti ammazzo l’e-commerce

Parte oggi la nuova iniziativa di shop.it: il webchising

Il webchising, nelle intenzioni di shop.it, dovrebbe essere una via di mezzo fra il classico Franchising e il più moderno Drop Shipping. Il webchising permetterebbe di “aprire gratuitamente un negozio online professionale in pochi secondi” e di guadagnare “il 10% su ogni vendita effettuata”. In soldoni shop.it mette a disposizione di chiunque la propria tecnologia e il proprio servizio logistico riconoscendo un margine del 10% sul venduto.
Una piccola evoluzione di quanto già da tempo offerto da grandi gruppi (Esprinet o CDC ad esempio).

Ho provato a creare un account. L’intenzione era quella di avere un portale dedicato alla vendita libri. Fantastico! Non c’è che dire. Ho scelto pure un nome che mi farà fare un mare di vendite!
Ci vogliono davvero pochi secondi per attivare il negozio. Tutto è semplice e studiato a prova di utonto. Personalizzi quasi tutto. Fare e-commerce è davvero un gioco da regazzi….sono un merchant!
Ma siamo sicuri che sia tutto così facile?

Ritengo che l‘iniziativa di shop.it sia l’ennesimo attacco all’e-commerce. Il commercio elettronico non è un gioco: non basta avere un ‘portale’, non basta virtualizzare il magazzino, non basta fare SEO, non basta smanettare col PC…
Il ‘Basta poco, che ce vo‘ è la prima causa di insuccesso delle iniziative imprenditoriali nella vendita on-line.

Nessuno si sognerebbe di operare una appendicite solo perché da bambino ha giocato col l’Allegro Chirurgo . Moltissimi si sentono imprenditori di successo perché con eBay hanno fatto affari……

Certo, questa soluzione è più semplice di altre, con degli indubbi vantaggi (almeno per i propri acquisti) e quasi priva di rischi per il pseudo-merchant.
Di contro tutti gli sforzi che si faranno per ‘fare vendite’, per avere contatti e visibilità e tutti i clienti che si serviranno saranno di shop.it. Il venditore è sempre e comunque shop.it.
Il webchising è sicuramente una iniziativa vantaggiosa.. ma per chi?

A quanti aderiranno all’iniziativa, chiedo solo una cortesia: evitate di pubblicizzare il vostro nuovo status con frasi del tipo “Sono un Merchant: vendo on-line”.

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Apr 08 2008

e-comm Partito Democratico => potenza dei blog

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A seguito del mio post E-commerce Partito Democratico c’è stato un deciso scambio di mail da parte dei responsabili del sito (dai referer appaiono molti accessi da mail.partitodemocratico.it/…x.cognome@partitodemocratico.it ) e dopo 4 giorni dalla mia analisi del sito E-commerce PD, si intravedono i primi interventi di ‘messa a norma‘!

IL Partito Democratico ‘aggiusta’ il suo e-commerceIn home page e in tutte le pagine del carrello sono apparse una parte delle informazioni che mancavano: adesso il consumatore conosce le Modalità di pagamento (carta di credito), le Spese di spedizione (10 €), i
Tempi di consegna
  (48 ore dall’ordine per consegne nelle isole,  24 ore per il resto del territorio italiano ) e Per informazioni può mandare una mail o contattare un numero a costo ripartito
Manca ancora l’informativa sul diritto di recesso e qualche altra cosa (ad esempio in fase di CheckOut non viene richiesto il CF – ma possono benissimo telefonare ad ogni acquirente prima dell’invio dell’elenco client/fornitori alle autorità per la lotta all’Evasione Fiscale)

Mi fa piacere sapere che qualcuno legge quello che scrivo e ancora più piacere vedere che altri si sono subito attivati per porre rimedio a degli errori/dimenticanze che fanno male al settore e-commerce.

Un solo appunto: io ho fatto l’ordine domenica 6 Aprile. Le 24 ore indicate sono passate ma del mio Segna Libro non c’è traccia!
Meglio indicare qualche ora in più nella consegna ed evitare che il cliente inizi ad avere dubbi e si faccia domande del tipo: “Mi devo preoccupare?”, “Oddio? sarò stato truffato?” o peggio “E’ il caso che faccia un ChargeBack con Visa?” 😉

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Feb 26 2008

Ultima opportunità per inviarci i suoi commenti su AdWords e vincere una Borsa Google!

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Mi scrive Google:

Gentile inserzionista Google,
Siamo davvero interessati a ricevere le sue opinioni su A
dWords di Google, ma dobbiamo chiudere il sondaggio oggi! Questo è uno degli unici due grandi sondaggi che effettuiamo ogni anno per determinare ciò che, a suo giudizio, funziona e non funziona nel nostro programma. Se desidera partecipare, è questo il momento per farlo: abbiamo bisogno delle sue opinioni entro le ore 17:00 di Venerdì 22 Febbraio (ora del Pacifico)!
Come piccolo riconoscimento per i commenti che riceviamo, inviamo a chiunque completi il sondaggio
una borsa Google gym.
Può sempre parlare liberamente di AdWords con i suoi amici e colleghi. Tuttavia, poiché abbiamo invitato solamente un ristretto gruppo a partecipare a questo sondaggio, la preghiamo di non inoltrare questa email e di non discuterne con altri.
Per iniziare, faccia clic sul link sottostante: avrà la possibilità di inserire idee, suggerimenti e dubbi su aspetti che non abbiamo trattato esplicitamente alla fine del sondaggio (promettiamo che li leggeremo tutti). Per completare il sondaggio, non dovrebbero occorrerle più di 20 minuti.
https://survey.google.com/wix/p1737319.aspx?r=10767&s=XXXXXXXX
Come sempre, apprezziamo il tempo che ci dedica e la ringraziamo anticipatamente per il suo contributo nel rendere AdWords di Google più efficiente per tutti i nostri utenti.Cordiali saluti,
Il team Google Global Customer Insights

Gli rispondo:Aspetto ancora la Vostra Google Water Bottle e siete già pronti a farmi una nuova promessa?!?!
Non che per esprimere un giudizio sia indispensabile promettere un premio, ma una volta fatto è Vostro preciso dovere mantenere la promessa e accertarvi che che la consegna sia avvenuta.
Se volete che la gente vi dedichi ancora parte del (poco) tempo libero per esprimere pareri, opinioni e rispondere a domande, è indispensabile che non sia stata ingannata in precedenza.
Buon sondaggio!

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Ott 26 2007

il negoziante sotto casa ti rifila merce contraffata!

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….ovvero quanto sono ‘strani’ i dati di Confcommercio-Istituto Piepoli se comparati con quelli dell’Osservatori del Politecnico di Milano

In Italia la merce falsa ha un giro d’affari di circa 7,2 miliardi di euro. Lo rileva un rapporto Confcommercio in collaborazione con l’Istituto Piepoli
Della torta, una fetta di 3,3 miliardi riguarda oggetti d’abbigliamento, accessori e prodotti multimediali e informatici, cosi’ suddiviso:
abbigliamento/moda, 2 miliardi di euro;
accessori, 1,2 miliardi di euro;
prodotti multimediali/informatici, 130 milioni di euro

Almeno il 30% della merce venduta via Internet e’ contraffatta. ….. le previsioni suggeriscono che la quota del 30%, secondo una prima analisi dei dati, incrementera’ ancora

Il giro di affari dell’e-commerce per il 2007 è stimato in 5,3 miliardi di Euro

5,3 miliardi di euro il valore dell’e-commerce b2c in Italia (valore stimato nel 2007)
– 156 milioni di Euro il valore totale delle vendite di abbigliamento on-line (per 2 terzi fatturata da Yoox.it)
– 644 milioni di Euro il valore totale delle vendite di prodotti multimediali/informatici on-line (dove 5 operatori rappresentano il 40% del valore totale)
– 1.4 miliardi di Euro il valore totale delle vendite c2c (su eBay per la quasi totalità)
– 2.6 miliardi di euro il valore delle vendite di servizi/prodotti turistici

Quindi se la matematica non è un’opinione ma soprattutto se quanto affermato da Confcommercio, Istituto Piepoli e Politecnico di Milano corrispondesse al vero, possiamo affermare senza ombra di dubbio che:
– togliendo dal totale vendite on-line quanto difficilmente può essere contraffatto (assicurazioni, biglietti aerei, pacchetti viaggio, prenotazioni alberghiere, grocery etc) e non considerando tutto quello che non è e-commerce (ovvero eBay con le sue aste) il valore totale delle vendite on-line non arriva a 1 miliardo di euro
– a meno che Yoxx non venda merce contraffatta, il mercato dell’abbigliamento on-line vale 50 milioni di Euro
– a meno che mediaworld, monclick etc non rifilino merce contraffatta, il mercato dei prodotti multimediali/informatici vale poco più di 300 milioni di euro

Con questi dati, anziché titolare “Il 30% della merce venduta on-line è contraffatta” i lanci di agenzia poi ripresi da giornali & c, danneggiando l’e-commerce italiano, gli strateghi in comunicazione avrebbero dovuto fatto meglio a rassegnarsi all’anonimato oppure ricorrere a titoli più ‘reali’. Non sono un esperto di comunicazione ma qualche idea mi è venuta:

il negoziante sotto casa ti rifila merce contraffatta! lo rivela lo studio Confcommercio-Istituto Piepoli”
eBay: le aste contraffatte! secondo lo studio Confcommercio-Piepoli attraverso il sistema di aste on-line si smercia on-line la maggior parte della merce contraffatta”
I vucumprà: un mercato da 7,2 miliardi di Euro. Confcommercio-Istituto Piepoli fotografano la situazione Italiana sulla contraffazione”

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Lug 12 2007

il sommerso nell’e-commerce (e c’entra ancora eBay)

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Lurkando sul forum GT leggo:

esportatore abituale
Salve, sto pensando di aprire una partita IVA per regolarizzare un mio negozio e-bay sul quale vendo già da un po’ di tempo con discreto successo. Dal momento che ho intenzione di importare da paesi extra-UE (Usa , Cina etc.), e di rivendere almeno il 90% della merce complessiva a privati residenti in paesi dell’UE, e il rimanente 10% in Italia, il commercialista mi ha detto che posso avvalermi della seguente situazione… [Leggi il resto…]

Un Coming Out in piena regola!
Spesso mi è capitato di avanzare dubbi su molti venditori ‘occasionali’ di eBay -Non è credibile che esistano venditori occasionali con 300 feedback positivi al mese- e spesso mi sono chiesto perché le autorità e la stessa ebay chiudano gli occhi davanti a queste realtà.

Vero che non compete ad eBay fare i controlli e che esistono le autorità preposte, ma considerato che la nostra GdF non può essere onnipresente, perché non spostare l’onere del controllo su chi lo può fare facilemnte?
Il legislatore dovrebbe provvedere ad emettere dei regolamenti ad hoc per spostare l’onere del controllo (e la responsabilità) al fornitore del servizio.

I consumatori sarebbero più tutelati, lo stato sarebbe più tutelato e noi merchant potremmo lavorare con più tranquillità e senza queste gravi turbative del mercato!

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Giu 27 2007

la registrazione obbligatoria (o silente) negli e-shop

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Tempoe-commerce - il carrello on-line fa ne avevo parlato nel mio post è giusto doversi registrare per fare un acquisto?  oltre ad aver scambiato qualche parere sul blog di Alessio.

Come spesso accade in questi contesti, ci siamo trovati divisi fra favorevoli e contrari nel giudicare vera l’affermazione “richiedere una registrazione equivale a perdere le vendite” (magari senza accorgersene).  

Lo scorso 12 Giugno ho partecipato alla presentazione dei Risultati della ricerca sulle difficoltà di chi acquista on-line. Anche se la ricerca è stata condotta nel solo settore enogastronomico e alcuni risultati sono tipici di quel settore, è stato piacevole trovare un riscontro reale alle mie teorie/supposizioni. 

Dalla ricerca è emerso infatti che “L’obbligo della registrazione non è gradito a molti partecipanti” e che il 42% ha dichiarato che “preferirebbe non doverlo fare”.
C’è dell’altro ancora più interessante: dei siti oggetto di indagine solo uno permetteva di non registrarsi.
Il negozio on-line di Vendita Vino dell’amico Angelo ha ricevuto solo il 20% di registrazioni: significa che l’80% NON HA VOLUTO REGISTRARSI!

Questo dato conferma la mia convinzione che la registrazione debba essere una opzione concessa (possibilmente ripagata con un vantaggio.. anche un semplice sorriso in più o una newsletter di contenuti) ma mai obbligatoria. 
Alla luce dei dati evidenziati della ricerca, credo senza ombra di dubbio che si possa affermare che la registrazione non è gradita dal consumatore.

Rimane da capire come il consumatore valuta la prassi di registrazione silente attuata da alcuni e-shop.
Non è invasiva e probabilmente il consumatore neanche si rende conto di essere stato ‘schedato’, innegabilmente per il merchant porta vantaggi sia in termini di gestione dell’ordine che di handling dell’ordine oltre a permettere anche una analisi e profilazione dell’utenza del negozio.
Dall’altra parte però potrebbe non rispecchiare la volontà del cliente che accorgendosene potrebbe associare una esperienza negativa all’acquisto e quindi non tornare più nel negozio.

Considerato che i dati dimostrano che l’80% non si è registrato dove era permesso e non obbligatorio e che la metà dei nostri clienti preferirebbe non farlo, perché rischiare?

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